Black Milk – If There’s A Hell Below

17 Gennaio, 2015

tumblr_inline_nc1tsr1IzF1ryzgzhDalla città che se né andata per sempre, il “prescelto”, l’ex pupillo del compianto Jay Dilla, sforna un altro disco e se mai vi fosse sfuggito, credo che sia arrivato il momento di ascoltarlo. Purtroppo con internet non ci sono più le vecchie maniere del tipo: sento la notizia, scendo, corro al negozio di dischi, lo compro, ritorno a casa e lo ascolto dall’inizio alla fine. Oggi l’uscita dei dischi è un po’ a singhiozzo ossia: Esce la cover, esce il free download con un altra cover, ogni giorno ti ricordano che esce il disco, altro free download, poi il video, poi c’è lo streaming del disco totale per qualche giorno… insomma per me non è la stessa cosa! Tornando al ragazzo “From The D”, in passato come solista abbiamo avuto Tronic che abbandonava un po’ quella parte di sound campionata dai vinili dando spazio ai sintetizzatori, Album Of The Year con il suo suono live-band insieme a AB e Daru Jones; No Poison, No paradise, invece ritorna un po’ su quella linea  di campionamenti soul ’70. In “If There’s a Hell Below”, Black sembra aver trovato una sua dimensione più adatta a lui, infatti alcuni brani ripercorrono anche quelle linee che lo avevano creato quando faceva parte del duo B.R. Gunna ( Black Milk and Young RJ) o quando gli Slum Village si accorsero di lui durante la composizione di “Detroit Deli”. Ispirato forse dal pezzo “If There’s a Hell Below We’re All Going to Go” di Curtis Mayfield, Curtis Cross ci svela in questo disco sotto velate sfumature le sue influenze musicali come in “Story and Her”, dove lo “smooth-jazz Tribe throwback” ci fa ricordare quando Q-tip lavora con Dilla alle produzioni per gli ATCQ invece in “Quater Water” con Pete Rock scoppia fuori di prepotenza la sua scrittura di livello pari a quella di Kendrick Lamar.

Si parla spesso di Black Milk come produttore, sul fatto che ha portato avanti la scena di Detroit e che resta unico nel suo suono e nei suoi dischi ma questo disco, veramente, lo segna come rapper! portando tutto ad livello superiore quasi vicino a quell’equilibrio che forse mai nessuno ha raggiunto nel genere musicale tra produzione e voce. ps: La cover è stata fatta ancora una volta da JoomBug(click here for more)



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