D’Angelo and The Vanguard – Black Messiah

16 Dicembre, 2014

Madonna… da dove comincio…Non ho voluto aprire un post o una recensione prima di 2-3 giorni dall’uscita di questo disco, perché volevo vedere la reazione delle persone e del web. Siccome a mio “fratello” Ghemon piacciono le analogie col basket, citiamo subito le parole “I’M BACK” del 18 Marzo della stagione NBA ’94-95. Quando furono pronunciate queste parole l’itero globo, non solo quello sportivo, impazzii totalmente!!! perché ?? perché il giocatore più forte e lo sportivo più puro di sempre stava ritornando nel suo di mondo. Ovviamente stiamo parlando di Michael Jordan che ha cambiato la storia, la legge di gravità, la concezione del gioco e la vita di tanti giovani cestisti che adesso praticano uno degli sport più belli al mondo.


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La pronuncia del nome dell’artista in questione è “DEE-Angelo” e qui, dobbiamo procedere con ordine perché se nò è meglio chiudere baracca, burattini e tornare subito a casa. Il padre era un predicatore di una chiesa pentecostale e la sua infanzia, compresa la sua educazione, proviene da quest’ambiente in Richmond nella Virginia del Sud dove il motto che s’impara da subito è Sic Itur Ad Astra (“Thus do we reach the stars”) e col fratello fin da piccoli raggiungono sul serio le stelle.
Non chiuse mai il programma scolastico, abbandonò tutto per andare a NYC dove la sua musica che già gli scaldava il cuore e l’anima, poteva essere apprezzata e pagata. Il primo periodo nella “Big Apple” non è dei migliori, ma qualcosa si muove e lui inizia ad accumulare esperienza da “songwriter”  e dopo una breve permanenza nel gruppo IDU ed un provino leggendario di 3 ore per la EMI, dove Gary Harris impazzii per lui al piano, il motto della città che lo ha battezzato divenne realtà. Co-produce vari gruppi ed artisti tra cui: Black Men United (BMU), Brian McKnight, Usher, R. Kelly, Boyz II Men, Raphael Saadiq and Gerald Levert.


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Gli anni che seguono nella sua carriera sono meravigliosi esce BROWN SUGAR e VOODOO due dischi che non abbandoneranno mai la Hall Of Fame musicale. Qui il paragone con Jordan ci ritorna comodo, perché anche quest’ultimo prima del ritiro vinse 3 titoli di fila (Three-peat) cambiando la storia del gioco e portando il livello ad un asticella inarrivabile.  In maniera molto simile nel 2000 con Voodoo, D’Angelo, vinse “due Grammy Awards”, dopodiché oltre a qualche collabo scomparse completamente dalla scena musicale. Al contrario di Jordan che cambiò sport per ritrovare se stesso ed quell’amore verso il basket che lo ha reso il più grande di sempre, D’Angelo diciamo fece tutt’altro…


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MOLTI guai con la legge e nel 2005 ebbe un incidente d’auto molto pericoloso dove la sua gigantesca Hammer finì davvero in pessime condizioni e lui per un po’ di mesi in ospedale. Niente live, niente singoli in uscita… niente di niente, passano gli anni e lui continua a fa parlare di se con i processi e le condanne con la libertà vigilata per possesso di marijuana e guida in stato di ebrezza.

Nessuno crede più in lui, lo abbandonano tutti, manager… etichetta discografica, qualche amico tranne ?uestlove, il leggendario batterista dei “The Roots” con cui ha condiviso molte emozioni durante le sessioni per il collettivo “Soulquarians” ed il fratello Luther con cui ha sempre scritto le sue composizioni. Tant’è vero che negl’ultimi 14 anni ogni tanto solo il batterista prima citato, tweettava spesso delle robe tipo: “Oh, I heard that new D from my boy who’s engineering the record. Shit is crazy!”. Cade in depressione più volte e mentre rilascia alcuni inediti tipo “Really Love”, ora presente in una versione restaurata su questo disco, viene processato per “adescamento” ma fortunatamente si scende ad un compromesso e D non finisce in carcere. Controverso, un uomo fuori dalla norma perché non fa cose comuni, non pensa come un artista comune, quando siede dietro al piano si percepisce che accadrà qualcosa d’irripetibile, qualcosa monumentale come il disco Voodoo.


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Non puoi classificarlo è un Artista con la A maiuscola e stesso lui precisa di non essere un cantante R’N’B O NEO SOUL, “he play the music of his soul” nient’altro. In questo disco è ispirato da artisti come Prince, Joni Mitchell e Sly Stone ma stavolta ha cercato di creare anche un contesto con una band come “Band Of Gypsies” (cerca i riferimenti con Jimi Hendrix) e direi che il risultato a primo ascolto è stato perfetto! Si parte con un Groove molto Blues ma in progressione a sei corde sulla chitarra alla Eddie Hazel in “Ain’t That Easy” e si passa per “1000 Deaths” completamente ispirata dal compianto Dilla, con un tocco constante sul basso alla Black Sabbath, che fa le fusa come un meraviglioso gatto nero su di un nastro analogico 2-inch SENZA PLUG-IN !!!!! grazie al maestro Russ Elevado. Nelle altre tracce ci sono Roy Hargrove, ovviamente ?uestlove, una affascinante Kendra Foster che lo accompagna anche nelle sessioni live del disco e lo zampino di Q-tip nella composizione di alcuni brani. Potrei dilungarmi molto ma chiudo con HE’S BACKK!!!! DAMN!!!! ISSSS BACKKKKKK!!! THE SUGAAAH DADDY issssss BACKKKK !!! 14 ANNI D’ATTESA PER IL DISCO “SURPRISE OF ALLL TIME”.

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