POV // ANUDO

1 Agosto, 2015

La nostra sarà un’intervista atipica. Un’intervista visiva.
Oggi ospiti della rubrica Point Of View: ANUDO.


 Ve li avevamo già presentati nel post per il concerto alla Casina del Principe di Avellino, durante Unplugged. Ora si mettono A NUDO per voi.


Per iniziare vi spariamo subito il video ufficiale di JUST rigorosamente live e fresco di pubblicazione. Così, giusto per introdurvi (se ancora ce ne fosse bisogno) Daniele, Giacomo e Federico.


• Come sintetizzereste voi stessi e la vostra musica con una foto? Quali sono gli oggetti da cui non vi separereste mai e che riescono a riassumere al meglio ciò che rappresentate?

Jupiter 6, Korg Trident e Mac. Potrebbe sembrare un po’ classica la foto, ma sono gli strumenti che utilizziamo per circa 6 ore al giorno; quelli che caratterizzano la nostra sonorità e la nostra timbrica. Quindi, per quanto semplice, è assolutamente sincera.


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Tre dischi a testa che hanno influenzato il sound degli Anudo?

– Daniele:

Stravinski / Le Sacre du Printemps : il rito tribale e la dolcezza che si tengono per mano e fanno una passeggiata assieme di 35 minuti. Sperimentazioni ritmiche incredibili.

Depeche Mode / Ultra : il primo disco di elettronica che  nell’adolescenza ho ascoltato in loop.

Daniele Sciolla / Sinthesi : il mio primo album (vabbè ho letto dopo che l’ha anche citato FD, thks).

– Giacomo:

Air / Moon Safari: per le sue sonorità ariose.

Massive Attack / Heligoland: per l’abbinamento di un sound in grado di tenere alta la tensione e voci dolci ma taglienti, in grado di tagliarla.

Depeche Mode / Violator: per l’ ‘aggressività’ dei synth.

– Federico:

Huno / Spessi muri di plastica: per il sound, i testi e le voci e liriche taglienti.

Daniele Sciolla / Sinthesi: per l’impostazione elettronica e la sua composizione.

Lordrole / vol 1: per le improvvisazioni musicali condivise in un anno di meravigliosa convivenza.


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Uno o più  film su cui vedreste la vostra musica come colonna sonora o una top 3 di film che amate. Vanno bene anche le serie televisive.

Daniele:

I miei preferiti in generale non saprei, recentemente mi son piaciuti Her, Birdman e Humandroid.

Giacomo:

Lock & Stock.

Un lupo mannaro americano a Londra.

Totò Peppino e la malafemmena.

Federico:

E morì con un felafel in mano.

Apnea.

L’Odio.


– HER –

Schermata 2015-08-01 alle 16.02.34


– BIRDMAN-

Schermata 2015-08-01 alle 16.10.15


– LOCK & STOCK –

Schermata 2015-08-01 alle 15.23.42


– UN LUPO MANNARO AMERICANO A LONDRA –

Schermata 2015-08-01 alle 15.29.21


– APNEA –

Schermata 2015-08-01 alle 15.58.31


• Com’è nato il progetto Anudo?

Siamo tutti e tre della stessa zona. Ognuno aveva un proprio percorso musicale indipendente dagli altri. Dopo parecchie collaborazioni tra progetti diversi, incontri musicali fortuiti, intersezioni più o meno evidenti, FD ci ha riunito ed ci ha convinti a formare questo trio che fin ad allora non aveva un nome.


• Un episodio durante la composizione del disco che vi ha fatto capire la concretezza del vostro sound?

Nell’inverno del 2014 ci siamo chiusi per giorni in una piccola casa nei boschi, completamente isolata, non facendo altro che scrivere, suonare e registrare. Ancora adesso quando riascoltiamo molte delle nostre tracce abbiamo un flash-back di quel periodo, anche perché diverse campionature le abbiamo realizzate lì e non sono state più modificate. Anche se erano prodotte con un semplice SM58, mentre si cucinava, si suonava e si catturavano suoni vari in giro, hanno tutte un qualcosa di unico e personale. Praticamente l’opposto rispetto alle registrazioni standard che escono dagli studi di registrazione.


• Quand’è che vi siete innamorati per la prima volta della musica?

Daniele:

Non saprei.. mi sembra che fin all’asilo passasi ore ad imitare diversi suoni con la voce. Una bella spinta c’è stata alle elementari: c’era una mia vicina di casa che suonava tutto il giorno. Io l’ascoltavo e mi divertivo a replicare le note che lei emetteva con il suo flauto dolce.

Giacomo:

Avevo 5 anni. Ricordo il salotto dei miei genitori e “The Final Countdown” degli Europe alla radio. Quel riff di synth è stato certamente la prima scintilla: ha smosso qualcosa. Nonostante questo, sono stato sempre molto più interessato ai Playmobil che agli Europe.

Federico:

Quando ero piccolo, mio zio passava a trovarmi con la sua chitarra per suonare pezzi di Branduardi. Io andavo in giro a raccontare che ero il nipote di quello che cantava “Alla fiera dell’est”, causando non pochi fraintendimenti e perplessità. Poi, a 12 anni, i miei genitori per Natale mi hanno regalato una chitarra classica…


• Quali sono i vostri progetti per il futuro?

Tour, registrazione di un nuovo singolo e poi dell’album. Se ci son variazioni di programma lo comunicheremo via social, per ora c’è questo nel nostro Google calendar comune.

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