DIS-DAY-3 /// Disorder Festival (20-08)

20 Agosto, 2015

 “If These Are The Last Days… how would you spend it?”

Quando feci questa domanda alla mia musica, qualche giorno fa, lei mi rispose: – Nel modo più INDIPENDENTE possibile -.

“Lei avrebbe perso il controllo” in una realtà “disordinata” con la percezione della purezza, avvertendo la bellezza dell’oblio sonoro, nuda, senza la vestizione delle Major nella luce incantata di Eboli

al DISORDER Festival.


Noi di #ANHW, cercheremo di raccontarvi cosa accadrà in questi quattro giorni del festival più indipendente del Sud Italia organizzato da Macrostudio. Ovviamente questa sorta di guida sarà concepita come sempre a modo nostro divisa in giorni per cercare la sensazione giusta da portare “in ear” prima dell’evento.

NIAGARA

Concetto di cascata: un dislivello, l’acqua salta e scende in picchiata. Capita spesso pure nella musica del duo torinese Niagara: non a caso il nome delle cascate per eccellenza. Un fiume rombante e potente di suoni, a cavallo tra new-wave, elementi pop, arrangiamenti ariosi basati su di una ricca componente elettronica. Una nuovo sound, un ibrido da giro di boa della musica da prima trance del millennio. Roba da far ronzare le orecchie anche ad un maestro come Christian Fennesz: quante band possono vantare un suo remix su di un brano dell’album di prossima uscita a settembre, “Don’t take it personally“?



 


 

MOUSTACHE PRAWN

Tre schiavi alla corte degli skartz, abitanti del nucleo terrestre e regolatori dell’equilibrio climatico. Un’isola apparsa all’improvviso in Antartide, dove un gruppo di scienziati compie sperimentazioni sugli animali e l’ambiente circostante. La loro testimonianza raccolta in musica, alla maniera dell’alternative rock del XXI secolo. EREBUS è la parola da andare a memoria per conoscere il seguito della vicenda. Per penetrarne e conoscerne i segreti. Un VALAR MORGHULIS in salsa pugliese: una parola universo che descrive l’esplosiva creatività di questo trio di scatenati ventenni.


 


 

LA FINE

Ok, qui andiamo sul pesante. Un bel mix di suoni, degno di una bottiglia molotov: post-rock, chitarre noise e la rapidità e la potenza dell’hardcore o del migliore punk inglese. Miscelare tutto sapientemente e scuotere. Quindi accendete la miccia e lanciatela al pubblico. È LA FINE ragazzi. Diamoci da fare e iniziamo a danzare sul PRECIPIZIO.


BUDDHA SUPEROVERDRIVE

Prendi il blues. Suonalo bello hard. Contaminalo col rock. Mettici una manciata di psichedelia ’60/’70: di quella anglo-americana, per intenderci, che ha subito l’influenza di terre lontane, di terre d’oriente: cori, voci che s’intrecciano, percussioni, giri ossessivi di mantra. Lascia, insomma, che la musica fluisca circolare – un po’ Ying, un po’ Yang – e che cerchi e trovi un equilibrio da sé. Eccolo servito un bel piatto di misto blues. Da assaporare ballando e gridando, ovviamente.


 


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