Doin’ It In The Park

13 Gennaio, 2015

«A New York devi andare oltre, devi conoscere i playground e le partite non ufficiali, devi sapere cosa successe quando arrivò l’elicottero Knowings a Rucker Park, quando Joe Hammond sfidò Julius Erving e Speedy Williams giocava uno contro uno con chiunque avesse soldi da scommettere»cit. Claudio Limardi


La “Mecca” senza mezzi termini! Nel mondo del basket, New York City detiene questo soprannome praticamente da sempre e ne hanno girati un bel po’ di documentari che parlano delle sue storie irripetibili e sensazionali. Questo che vi presento, però, ha quel qualcosa in più che non saprei nemmeno spiegarvi. La meravigliosa pellicola pluripremiata in questione è stata  diretta da Bobbito Garcia and Kevin Couliau con lo “sweet love” d’eccezione che pochi percepiscono almeno una volta nella vita.
Il Rucker Park, circondato da alberi bellissimi al cui esterno sta un vero e proprio parco, è recintato da una tribuna a tre file e risulta facilmente reperibile.
Nel 1993 venne ristrutturato per 423.000 dollari, comprende persino un diamante per il Baseball, quattro campi da pallamano e addirittura una doccia che d’ estate spruzza vapore per sconfiggere il caldo. La prima grande leggenda del Rucker Tournament è stato “Jumpin Jackie” Jackson, alto 1.91 e membro della Virginia Union, un college reso in seguito un minimo famoso dalla presenza di Charles Oakley e dove Ben Wallace, giocava addirittura centro. Secondo gli “storici” del Rucker, Jackson ebbe addirittura la soddisfazione di stoppare Wilt “The Stilt” Chamberlain, Mr. 100 punti in una partita in una delle sue non rare apparizioni al torneo.


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Proseguendo nell’ albero genealogico del torneo troviamo Pablo Robertson, della DeWitt Clinton High nel Bronx, 1.75 di statura e mago del palleggio, una sorta di Earl Boykins versione “vintage”, anni 60. Nel  1963 portò Chicago – Loyola al titolo NCAA giocando nel primo quintetto di Division One composto da soli neri, combattè nel Vietnam, disputò un memorabile All-Star-Game al Rucker nel 1967 e finì per andare a giocare nei Globetrotters. “Pee Wee” Kirkland:  l’ uomo volante di Harlem giocò a Norfolk State con Bobby Dandridge (che poi avrà una solida carriera NBA), ma alimentò la sua leggenda al Rucker sul calar degli anni 60. Avrebbe avuto l’ opportunità di giocare nella NBA, al training camp dei Bulls si presentò e distrusse Doug Collins, prima scelta, e gli spiegarono che non era giusto farlo. Il contratto che gli proposero non era però garantito, così Kirkland rifece armi e bagagli, direzione Harlem, dove era un vero e proprio “guru”:  spaccio, una quantità ingente di denaro, vestiti pari a quelli di un gangster di grido e l’ abitudine di farsi portare in giro in limousine, come il padrone della città.
Joe “The Destroyer”
Hammond: “Il distruttore” era un’ ala di 1.94 e un realizzatore nato, uno che ebbe il testosterone per ingaggiare un memorabile duello contro Julius “Dr J” Erving. Quest’ultimo racconta anche alcune storie dell’epoca in prima persona insieme a JAMES “FLY” WILLIAMS.… Io potrei continuare all’infinito con storie e leggende di cui ho letto o che mi hanno raccontato o che ho sentito dire ma per me resta solo un “però” da prendere in considerazione… Se vuoi amare fino ad arrivare al cuore questo gioco devi però guardare ed interpretare questo mondo con i loro occhi, con i polpastrelli su quelle cuciture in quei “parks” quindi 3…..2….1… PLAAAYYYY !!!

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FLYER4 Copia di FLYER1  copia copia FLYER2Copia di FLYER4 Copia di FLYER2


Part.1


Part.2


Part.3


 

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