Forgotten Ones /// THE REAL KIDS (1972-1982)

28 Giugno, 2016

Nella storia che ci apprestiamo a raccontarvi, ci sono tre elementi fondamentali: un italiano, una città e uno struzzo. Nessuno dei tre può essere, in alcun modo, trascurato: ne andrebbe della riuscita della storia stessa. L’italiano, anzi l’italo-americano, si chiama John Felice. Lo so, il nome suona un po’ fasullo: eppure, a Boston – ed ecco che fa capolino il secondo, elemento, la città – non c’è amante del rock’n’roll che non lo abbia sentito nominare. Ben prima, infatti, di dar vita alla band di cui ci occupiamo, infatti, Mr. Felice era stato uno dei membri di quei The Modern Lovers il cui sound, in perfetto equilibrio tra early rock, garage ed esplosioni soniche alla Velvet Underground, aveva permesso loro di sviluppare quella attitudine proto-punk che li ha resi immortali. “Roadrunner“, brano di apertura di The Modern Lovers, disco di debutto del 1976, e del celebre EP registrato solo tre anni prima con John Cale, sta lì a testimoniarlo. “Roadrunner“: lo struzzo, appunto. Ecco che tutto torna.



 Ecco. Il 1972/73. Anno della svolta: John Felice lascia Jonathan Richman e soci e costruisce un nuovo progetto. La band si chiama The Real Kids. Il suono è più diretto, più immediato, più essenziale. Più scarno. Più potente. Seguono cinque anni di dura formazione da strada: concerti, concerti e ancora concerti. La città li ama, la folla li segue, la band diventa una pietra miliare dell’underground cittadino. D’un lampo è il 1978: salta fuori per la Red Star il primo album, The Real Kids. Il successo sembra ad un passo.



 La chiave è in quel “sembra”. Perché, si sa, le cose non vanno mai come dovrebbero. Ad esempio, il disco è una bomba, ma non vende nulla. La folla che ti acclama, appena ti giri, ti pianta una bella lama lunga nella schiena e tanti saluti. Alla frustrazione da insuccesso si aggiunga qualche litro di alcool e qualche chilo di droghe assortite. La scissione è bella e servita. John Felice scappa a New York City per diventare uno dei più celebri roadie della famiglia Ramone.


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Nel giro di pochi anni, John è di nuovo a Boston. Ha rimesso su la band, ma con nuovi musicisti: i The Real Kids, freschi e ripuliti, pubblicano un nuovo lavoro, Outta Place, nel 1982. L’anno successivo, va in scena l’atto finale della band: Hit You Hard, per una misconosciuta etichetta francese. Quindi, progetti paralleli, nuove band e dischi solisti. La leggenda, però, persiste. E così, la band che era, più di altre, diventata l’emblema della performance dal vivo, dell’esecuzione live, torna sul palco, nella formazione originaria, nel 1998. Da allora, non ha ancosmesso di esibirsi, nonostante la scomparsa dello storico bassista Allen “Alpo” Paulino. Di dischi, però, nemmeno l’ombra. Certe volte, è meglio smettere di tentarla, al sorte.



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