POV /// SCARDA @ C’Era Una Volta… Festival 2015.

25 Ottobre, 2015

Quest’anno al  C’era Una Volta Festival di Cesinali ad Avellino si è esibita l’eleganza artistica di SCARDA. Noi siamo riusciti a strappargli una breve intervista, come al solito sempre  più visiva che altro, prima che salisse sul palco per la sua esibizione.  Il suo “I piedi sul cruscotto” è l’album di esordio, indipendente, in lingua italiana  più ascoltato su Spotify in questa stagione.


Quali sono i dischi e gli artisti che ti
hanno maggiormente influenzato e perché?


«Partendo dal presupposto che, come tutti, ho ascoltato cose molto diverse nel corso del tempo; e che prima ascoltavo un rock molto classico… Ecco, tenendo in considerazione tutto questo, sparo i tre dischi… Che non mi vengono! Fatemi fare un attimo mente locale, non è facile citare tre album per uno che, come me, appartiene già alla “generazione playlist”… Comunque, sicuramente Fabrizio De Andrè – Non al denaro non all’amore né al cielo”, perché chiaramente mi ha influenzato. Poi dico The wall dei Pink Floyd, anche se è un disco che non c’entra un cazzo con quello che suono. Come terzo, dico un disco molto “indie”, uno di quelli che quando l’ho ascoltato ho pensato: «Ok, voglio fare questo nella vita!» – e, sia chiaro, la sua influenza di solito non la nascondo, anche perché viene sempre sottolineata anche se non la dicessi – Brunori S.a.s – Volume I».


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A quale film collegheresti la tua musica?
Più nello specifico: vedresti una o più delle tue canzoni
come colonne sonore di qualche
film o qualche scena in particolare? Se si, quale?


 «Beh, qui è semplice: una mia canzone – Smetto quando voglio – è nel film omonimo! Quindi, mi autocito: vedo una mia canzone nel film Smetto quando voglio!».


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Qual è il tuo rapporto con le altre forme d’arte?


«Valgono anche i fumetti? Allora, quando ero piccolo leggevo Topolino. Poi sono passato a Dylan Dog. Ora, devo ammetterlo, è da un po’ che non leggo più accanitamente i fumetti, ma se girando trovo un Corto Maltese… Beh, non ci penso troppo e me lo compro! Corto Maltese c’entra tanto con l’immaginario che mi sono creato: amo molto descrivere il mare, e ci sono molti libri che mi hanno influenzato in tal senso, come… Ah, devo parlare anche dei libri? Allora aspetto…».


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I libri che più ti hanno
segnato o modellato nel
corso degli anni??


«Un libro che mi ha toccato profondamente è stato Non si muore tutte le mattine di Vinicio Capossela: un cantautore-scrittore, quindi. Io mi ci sono davvero immedesimato, quel libro: andavo al bar a fare l’uomo perduto, pensate… Anche perché la sua lettura coincideva con un periodo un po’ complicato della mia vita: ed è stata, credo, una delle molle che ha spinto la vena creativa e ha accompagnato la composizione delle prime canzoni. Era il 2010 credo; poi nel 2011/2012 è arrivato il primo concerto in un locale. Mi piace anche molto Baricco: Oceano Mare su tutti. Ne faccio anche una citazione in una mia canzone: “il punto in cui finisce il mare”. Avete mai guardato il bagnasciuga? E avete mai riflettuto sul fatto che quello è “il punto in cui finisce il mare”?».


Come
nasce la
scrittura di
un tuo brano?


«Nonostante il piacere della lettura, il mio processo di song-writing nasce in maniera del tutto diversa: parte dalla melodia, dal riff di chitarra. Quindi comporre a partire dalla musica è, almeno per me, molto più semplice che partire dal testo: che è un’altro tipo di possibilità compositiva, ma che personalmente trovo più difficile. Quindi, generalmente parto dalla musica».


• #ANHW: – Beh grazie della disponibilità! ci vediamo tra poco sotto al palco. –
– Scarda: – Grazie a voi a presto.–


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