The Gift Of Gabbo / Vol.7

29 Novembre, 2014

RodHundleyGuardando una partita di basket, la mia attenzione viene sempre catturata da quel giocatore il cui talento è pari solo alla sua sfacciataggine. Questi tipi di giocatori li puoi o amare a prima vista oppure odiarli dal primo momento. Il padre di questi tipi di atleti è Rod “Hot Rod” Hundley. Figlio di un baro e di una maitresse, al college, West Virginia University, dava già segni di squilibrio tirando da 3 in ginocchio. Arrivato nell’ Nba grazie agli Utah Jazz introduce il passaggio dietro la schiena e poi tra le gambe nello stesso movimento. Perché questa volta ho scelto lui come protagonista? Come potete immaginare, uno così non difendeva per nulla. In una partita contro i Boston Celtics, Hot Rod aveva il compito di marcare Bob Cousy, playmaker leggendario dell’Nba dei primi decenni, affiancato dal “solo” 11 volte campione Nba, Bill Russell. Cousy stava distruggendo in ogni modo la difesa dei Jazz, e l’allenatore di Hundley urla in modo decisamente arrabbiato contro Hot Rod dicendogli: “Rod ma non ti avevo detto di marcare Cousy?!?!?!”. Per tutta risposta, il nostro buon Hundley gli dice: “Forte, eh?!”. Grazie di cuore, Hot Rod.


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