WHAT’S IN MY SOUL /// TALIBAM!

11 Giugno, 2015

Sarà un WIMS molto particolare questo. Preparatevi. Teatrale, a due voci, che spesso si intrecciano, si pungono, si canzonano. Le voci di PUNTO A e PUNTO B, come si sono definiti. O, se preferite, di Matt Mottel e di Kevin Shea. Dei TALIBAM!, insomma. Da NYC.


 

   Records:  

«Tre dischi che ci hanno influenzato. Lasciateci pensare…

KEVIN: Ok, inizio io. I miei tre dischi sono: Karlheinz Stockhausen, KLAVIERSTUCK e COSMIC PULSES. John McGlaugin, NOW HERE THIS».


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MATT: «I miei invece sono…»

KEVIN: «I miei non ti piacciono?»

MATT: «Ok, va bene. Scelgo anche io i dischi di Kevin. Anzi mi tocca ammettere che il mio Ipod è pieno della musica che piace a lui. Sono così fortunato a conoscerlo e averlo nella band! Comunque, i tre dischi che mi hanno influenzato maggiormente sono: AHEAD! dei Test!, puro free jazz newyorchese. Un gruppo incredibile, che ama definirsi “abstract action band”: hanno registrato tre dischi, mi sembra, con delle importanti etichette jazz di NY: la Eastic Peace! e la AUM Fidelity. AHEAD! credo che sia il loro lavoro migliore, un album di grande spessore e con un suono bello duro!»


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«La mia seconda scelta sono i THE GERALDINE FIBBERS. La band di Carla Bozulich, un’artista più nota per la sua carriera solista, forse. Nel 1997, però, aveva questo gruppo, in cui suonava la chitarra, che credo abbia uno dei più potenti e aggressivi suoni punk-rock che abbia mai ascoltato. Ho avuto anche la fortuna di vederli dal vivo, nel ’97 a NY. Stupefacenti, credetemi!»


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«Il concerto dei THE GERALDINE FIBBERS ci porta dritti dritti al terzo disco, che ho acquistato proprio in quella occasione. Lo show era, infatti, un “double bill”: due concerti, al prezzo di uno. Ad esibirsi c’era anche Mr. Quintron: un organista originario di New Orleans, ma che ha iniziato la sua carriera a Chicago. Il suo suono è aggressivo e potente: paragonabile solo a quello di Sun-Ra. Credo che sia l’artista che abbia ispirato il suono di Brian Chippendale dei LIGHTING BOLT… Quindi scelgo Mr. Quintron, ON BULB RECORDS».


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«Insomma, questi sono i miei tre dischi. Dischi che, in qualche modo, sintetizzano il sound per me fondamentale: quello poto-punk e aggressivo dei THE STOOGES, in particolare della chitarra di Ron Asheton; e quello di SUN-RA. Credo che siano anche album poco conosciuti, e che spero vengano ascoltati, conosciuti e apprezzati da tante persone».

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   MOVIES:  

MATT: «Trovo interessante il rapporto che il cinema – quello italiano soprattutto -, sembra intrecciare con la musica. È parte integrante delle scene: come se il regista montasse le scene seguendo la musica composta per il film. È molto evidente, almeno per me, nel cinema di Sergio Leone. Certo, potrei sbagliarmi completamente, ma è una impressione molto forte. Comunque, credo che in generale il rapporto tra la musica è il cinema sia davvero molto stretto: è come se ogni scena che viene girata, contenga in qualche modo, nella mente del regista quanto meno, già la musica che la accompagna. Per quanto riguarda il nostro sound, lo vedo più da accompagnamento a uno spot: la pubblicità di una macchina ad esempio. Ho in mente anche il claim: «Nissan. Drive away!». E parte la musica. Comunque abbiamo un disco in produzione che è pensato come una possibile soundtrack per un videogioco – ma forse starebbe bene anche in un film, non so…- : l’ennesima prova di quanto la componete visuale sia importante per noi».


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KEVIN: «Senza contare che abbiamo messo in scena, qualche tempo fa, un’opera musicale: Discover AtlantASS. Abbiamo curato tutto, in quel caso: la musica, ovviamente; ma anche la regia, i costumi, le luci. E l’abbiamo interpretata, anche. È andata in scena in diversi teatri di NYC. Quindi è innegabile che nella nostra musica ci sia una certa propensione “scenica”…»


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MATT: «Già. L’immagine ha sempre avuto una certa importante per noi. Inizialmente, come molte altre band, mettevamo le nostre foto sulle copertine dei dischi. Era importante per creare una iconografia ben definita: una sorta di modo creativo per definire o commentare la nostra musica. Da un po’, però, abbiamo deciso di cambiare: stiamo andando verso un orizzonte più astratto… È importante innovarsi in continuazione».


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   SOUND AND INFLUNCES:  


MATT
: «Ho origini italiane. Mio nonno era siciliano. Prima o poi dovrò andarci a trovare le mie radici. Ma sono nato e cresciuto a NYC. I miei genitori vengono dal Bronx e da Brooklyn. Frequento i locali da quando sono adolescente: ho sempre vissuto immerso nella musica. Alle superiori lavoravo come volontario in diversi club. Erano ambienti molto stimolanti: mi trovavo a contatto con artisti che tenevano veri e propri workshop musicali. Un continuo scambio di suoni ed influenze. molto libero e molto creativo. E non importava quante persone si era in grado di portare ad uno show per ottenere un ingaggio: si aveva la possibilità di suonare con facilità, lo si faceva per passione. Questa era la scena newyorchese underground della metà degli anni ’90. Poi sono andato al college, a Newport, una piccola cittadina di montagna a Nord di NYC e quando sono tornato ho incontrato Kevin. E dodici anni dopo, eccoci qui».


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KEVIN: «Io invece sono nato e cresciuto in Minnesota, anche se la mia famiglia è originaria di NYC. Il mio bisnonno e mio nonno erano poliziotti, lì: ma i miei genitori hanno trovato lavoro altrove e così non sono né nato né cresciuto a New York, pur avendo una famiglia al 100% newyorchese. Mi svegliavo ogni giorno triste, ripetendomi in continuazione: ” Perché sono nato in Minnesota?”…»

MATT: «Non fare così, amico… Te lo dico da newyorchese, va bene uguale…»

KEVIN:«Credo siano queste differenze a caratterizzare il nostro sound. Suoniamo insieme da 12 anni e ci piace ancora rinnovarci continuamente. Sperimentiamo continuamente: usiamo suoni diversi, che peschiamo da ogni genere musicale: dal free-jazz alla new-age, dalla psichedelia al reggae o al dub…. La nostra collaborazione si basa sul bilanciamento delle migliaia di idee che ci vengono in mente. È un confronto necessario e produttivo. Apprezzo molto quello che fa Matt. Certo le mie idee sono spesso le migliori! Non prendertela amico…»

MATT: «È necessario trovare un punto d’accordo. Soprattutto quando uno dei due dice “no”, altrimenti ci si blocca, non si procede».

KEVIN: «Ovviamente si cede anche perché ci si fida l’uno dell’altro. In molti casi ci si rende conto, magari a distanza di tempo, che la propria idea non era tanto buona come si pensava e che, in definitiva, si è compiuta la scelta giusta».


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MATT: «Un altro motivo che rende la nostra collaborazione produttiva, penso sia la differenza di età: Kevin è di qualche anno più grande di me. Così, non abbiamo gli stessi gusti musicali, le stesse influenze pop, o lo stesso background culturale. Al contrario di molte altre band, formate da coetanei, che si mettono insieme proprio perché trovano il collante nell’avere gli stessi gusti. Questa differenza è fondamentale: dal nostro scontro di idee, dai nostri differenti background musicali, saltano fuori le nostre migliori idee. Non ci chiudiamo alla diversità: attraversiamo, come diceva Kevin, la musica nella sua interezza. Non ci siamo chiusi, come fanno alcune scene: penso a pezzi della comunità jazzistica newyorchese, ad esempio. Per fortuna non e tutta così: e ne sono un esempio i TEST!, di cui vi ho parlato prima».


 

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