You talkin’ to me? Who The fuck do you think you’re talking to? //… Giancane.

1 Dicembre, 2015

a cura di Alfredo M. Cannizzaro


Abbiamo disturbato ••Giancane mentre preparava il pranzo per fargli qualche domanda;
è stato gentilissimo a risponderci ed è stato divertentissimo parlare con lui.
Ecco a voi l’ intervista


– Ciao Giancarlo Barbati, in arte “Giancane”,
chitarrista del Muro del Canto e ormai alla seconda esperienza solista..

••Diciamo di si, anche se in realtà ho sempre suonato da solo..


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– Ho letto che avevi avviato un progetto chiamato “bella chicco
in cui suonavi solo su giocattoli della chicco appunto..

••Si solo giocattoli, quando potevo della chicco, ma costavano troppo.


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– Toglici una curiosità..prima l’ep “Carne”,
confezionato in una vaschetta di polistirolo avvolta nel cellophane, ora,
con “Una vita al top” (Goodfellas) le sottilette.
Perché questo continuo riferimento ai prodotti “surgelati” da supermercato?

••Perché mi fanno campare! Le sottilette sono l’ unica cosa che c’è sempre nel frigo, lo apro e c’è sempre questa confezione rossa che mi dà sicurezza, la sicurezza della sopravvivenza.


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– Informandosi un po’ su di te e sui tuoi gusti musicali,
si apprende che provi molto interesse nei
confronti del country-folk “classico” di Jonny Cash ad esempio.
Quanto ha influenzato la tua produzione musicale questo genere quasi tramontato?

••Si ascolto molto Jonny Cash, Hank Williams, una musica che è passata ma rimane anche ai giorni nostri. Fare canzoni in acustico chitarra e voce era la base del country e mi ha influenzato molto.


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– Nei tuoi testi odi con il riso in bocca tante cose e tante persone.
Odi veramente così tanto?
la vita fa veramente così schifo ?

•• E’ un modo per esorcizzare, in realtà nella maggior parte dei testi odio anche me stesso, non mi tiro mai fuori da tutte le categorie umane di cui parlo.


– Ecco, da qui ci colleghiamo anche ad un’ altra domanda che volevamo farti.
Ti riferisci spesso alla tua musica come una cura psicologica,
quasi come una forma di esorcizzazione.
Da cosa senti il bisogno di liberarti in particolar modo?

••Da tutte le cose che ho dentro e che non ho mai detto, come una cura psicologica seria, l’ esternazione,  lo sputare fuori quello che non ti piace, per ricominciare diciamo, questa potrebbe essere una chiave di lettura.


– Ed è la lettura che anche noi abbiamo dato ai tuoi testi, si è capito benissimo

••Perfetto, sono molto contento



– La tua è una musica sufficientemente dissacrante da spingere
chi la ascolta a porsi qualche domanda anche sul tuo rapporto
con la religione; che tipo di rapporto c’è ?

••In realtà non c’è un grandissimo rapporto con la religione, soprattutto come istituzione, poi a livello umano penso che sia normale dover credere in qualcosa ma non è assolutamente un rapporto intimo, cerco di essere il più razionale possibile di solito.


 

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– La cover di “Riderà”, contenuta in “Carne”,
è una presa per il culo o un omaggio sentito a Little Tony?
e la stessa domanda te la pongo per la cover di “Lunedì” di Vasco Rossi,
contenuta nell’album “Una vita al top”.

••No no assolutamente, è un omaggio sentitissimo, secondo me “riderà” è uno dei pezzi d’ amore più potenti della storia della musica italiana. Anche per Vasco Rossi è stata una scelta curata, quel pezzo mi piace da quando era bambino quindi ho pensato “proviamo a farlo GIANCANATO”. Sono tutte scelte personali, questo disco l’ ho pensato, suonato e prodotto tutto da solo perché faccio il produttore in realtà per campare. E’ stata una sfida che mi è piaciuta particolarmente.



– Ricordo una frase che girava su facebook un po’ di tempo fa:
“In una società che ci obbliga all’eccellenza, fare schifo è un preciso dovere morale”.
Ecco, per te quanto conta fare schifo?

Beh, questa è una frase un po’ forte. Rispetto al “generalismo”, riuscire un po’ a distaccarsi per cercare anche te stesso è una cosa che va affrontata, e poi fare schifo è soggettivo, magari a te piace qualcosa ma a me può fare schifo.


– Ci dai un tuo punto di vista sulla scena musicale underground romana e nazionale?
cosa cambieresti per favorire maggiormente le band emergenti?

••Secondo me va cambiato soprattutto il pensiero delle stesse band emergenti, la mentalità di chi ne fa parte, oltre che una serie di cose tecniche e specifiche del campo; nel mio disco ci sono un sacco di collaborazioni con altre persone con cui si è diventati amici incontrandosi su altri palchi, in varie situazioni; la condivisione.. sembra una banalità, un cliché, però la condivisione della propria arte può favorire un sacco di cose, impari e capisci le esperienze altrui, si può creare un amalgama molto molto buono.
Secondo me manca molto questa cosa qua. Per esempio,non so se vi  interessa la storia, ma Alessandro Pieravanti, ha fatto un incidente si è rotto la spalla, è stato per tre mesi a letto; l’ ho chiamato e gli ho detto <Sandrì ho fatto sto pezzo, ti va di scrivere la parte finale?> anche per tenerlo con la mente fuori dal dolore.. collaborazioni nate da amicizia e condivisione.


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– Domanda classica… progetti per il futuro prossimo o lontano? canzoni già pronte?

••Qualche canzone nuova già è in cantiere, fortunatamente mi piace farlo e ho ancora cose da dire; per il futuro c’è anche il Muro, quindi uscirà anche il cd nuovo e sarò impegnato con loro. Il mio sogno è andare a Sanremo in realtà, ma non credo che mi prenderanno mai, dico troppe parolacce purtroppo.

– Se ci vai ti votiamo sicuro.



– Ultima domanda, credo che te l’ abbiano fatta in molti:
diventerai un vecchio di merda?

••Assolutamente sì, già lo sono, è solo una questione anagrafica, dammi il tempo di arrivare a 60 anni. è uno stato d’ animo che già sento di avere.


– Se ti va, facci un saluto, mandaci a fanculo, dicci quello che vuoi.

••A new hope, una nuova speranza, spero che sarete una nuova speranza per tutti, e me lo auguro.


 

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– Grazie Giancarlo e scusaci per il disturbo, ora puoi andare a mangiare tranquillamente.

••Assolutmente nessun disturbo, già ho messo la sottiletta sull’ hamburger!! Grazie mille e a presto.



 foto copertina di Tamara Casula

 

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