Day_By_Day // Calcutta live @ Napoli – Lanificio 25 (19-02)

18 Febbraio, 2016

“Gaetano m’ha detto che viviamo nel ghetto” ma nel mentre penso che il 19 Febbraio ci sarà il concerto più atteso di questo fine settimana. “Non volevo far festa, mi serviva un pretesto” e così ho ” deciso che prima “bevo un bicchiere per pensare al meglio”, ma non “ti giuro che torno a casa a vedere un film”, mi basta “soltanto una notte per ricominciare” e la notte giusta per farlo è proprio quella del 19 Febbraio organizzata da Lanificio25 -Ufficio K  e Controcanti al Lanificio25, Piazza Enrico De Nicola, Napoli. “E non mi importa se non mi ami più, e non mi importa se non mi vuoi bene” quella notte dovrò solo raggiungere Napoli per il concerto di Calcutta.


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Calcutta è lo pseudonimo di Edoardo D’Erme, 26 anni, visionario cantautore di Latina che abita di fronte alla panchina dedicata a Tiziano Ferro, con il suo ultimo album – Mainstream – ha stregato l’intero stivale.

Calcutta pubblica il suo primo disco, “Forse…”, nel 2012 per la Geograph Records. Gli ingredienti sono pochi e semplici: una chitarra sgangherata , un incedere caracollante ed un cantato quasi svogliato. Sembra che Edoardo faccia quasi fatica a tenere in piedi le impacciate strutture dei suoi pezzi. Ma è proprio l’approccio tentennante la sua forza, difatti Calcutta è in grado sia di cantare che di suonare, ma ha voluto che la forza di quest’album fosse l’organica fragilità di ogni singolo brano. Il latinense è così riuscito a fare della debolezza un punto di forza. L’album è stato accolto positivamente sia dal pubblico che dalla critica diventando un cult della musica indipendente italiana.


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Il 2015 è l’anno di Mainstream, il secondo album in studio, pubblicato per Bomba Dischi. Il disco cambia radicalmente le carte in tavola, Edoardo era stufo della fama di strambo che circolava attorno al suo personaggio e di essere considerato dalla stampa specializzata solo perché non allineato alla scena indipendente nostrana.
Mainstream rovescia completamente i canoni estetici del primo album: il disagio è sempre presente, le storie raccontante hanno come fulcro sempre la provincia tanto amata da Calcutta, i testi sono spontanei, ma sono gli arrangiamenti dei 10 brani a dettare il cambio di marcia.
Le canzoni infatti, pur essendo molto semplici, sono maggiormente “ragionate”, il lo-fi del primo album è del tutto assente, mentre la sapiente mano di arrangiatore di Calcutta fa emergere con limpidezza la sua vena da cantautore. Mainstream è un album che si ascolta molto più facilmente rispetto al primo, può essere definito come un disco pop, ma un pop al rovescio, perché Calcutta non ha fatto altro che prendere in giro tutti: ha dato “solo” una nuova veste ai brani che scrive da sempre riuscendo a conquistare tutti.



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