NAIS Live! // Club To Club Festival @ Torino (#C2C15)

18 Novembre, 2015

“Un dolore vecchio di tre giorni mi taglia in due la schiena.
Libero dalla polvere le mie articolazioni e salgo. Una volta era più semplice”
.


Posso riassumere con questa frase de “Il ritorno del Cavaliere Oscuro” quello che stavo passando mentre ero in netto ritardo sulla mia tabella di marcia ed ero intento a salire le scale della fermata Lingotto di Torino, direzione Club To Club Festival, mentre le note della musica di De Niro mi accompagnavano all’uscita.



Ritirato il pass ed essendo riuscito ad ascoltare uno spezzone del live dei Soundwalk Collective, alle 20 e qualcosa mi trovo al Padiglione 1 del Lingotto Fiere, ed è in questo momento che inizia la serata: ad aprire le danze, infatti, c’è Holly Herndon. La musicista made in USA continua a portare avanti il tema da lei affrontato nell’ultimo album, ovvero l’interazione uomo-macchina, grazie a dei messaggi che fa comparire sugli schermi del palco; il tutto ovviamente unito all’ottima musica, e non a caso è stata una delle performance che ho più apprezzato in questa edizione del C2C.
Dopo di lei, è il turno dei Carter Tutti Void che regalano uno spettacolo in grande stile: “f(x)” è un grande album e sentirlo suonare live è qualcosa di magico: ti senti letteralmente trasportato in una nuova dimensione; anche perché utilizzare una bacchetta per la batteria per suonare la chitarra, non l’ho mai visto da nessuna parte.



Finita la band britannica, ci sono i Battles: dal primo secondo infiammano lo stage di Torino, grazie ai riff di chitarra, una travolgente batteria, synth, piano e distorsori; tengono il palco in maniera sublime e non vedo intorno a me una singola persona che non stia ballando. A mio parere, nonostante i grandi artisti della serata, sono stati loro i veri mattatori di venerdì.
A malincuore, lascio il Padiglione 1 per dirigermi nella Sala Gialla. Il motivo?! La curiosità di sentire Tala è troppa: la giovane inglese mi ha stregato fin da quando ho sentito il suo primo pezzo, grazie alle sue fusioni tra pop, elettronica e musica araba; i presenti sono totalmente affascinati dalle sue ritmiche e si lasciano trasportare.



Intanto si fanno le 24 ed è tempo per me di ritornare al Main Stage, perché c’è il vero artista che stavo aspettando: Four Tet. Lascio Tala contento di aver vinto la mia scommessa sul suo conto, per entrare nel mondo targato Kieran Hebden: fa uno show equilibrato, cercando di accontentare sia i suoi fan sia quelli che vorrebbero ballare; questa è stata l’unica pecca, a mio parere, del suo live, ma si vede che è un maestro ai controlli e mi ha regalato momenti di puro godimento.
Finito l’artista nativo di Londra, è ora dell’uomo che tutti stavano aspettando: Thom Yorke. Si fa aspettare per una ventina di minuti e, dopo aver steccato l’entrata causa problemi tecnici, inizia a carburare. Nonostante tutto, mi sarei aspettato qualcosina di più da un artista del suo calibro, sia come tenuta del palco che come scenografia.
Purtroppo sono costretto ad abbandonare il C2C quando Jamie xx inizia il suo show, causa il dolore alla schiena precedentemente chiamato in causa e un’ora a piedi che mi separava dal mio letto. Mi incammino rincuorandomi che un po’ di riposo mi sarebbe servito per la giornata successiva.



Anche sabato, ovviamente, arrivo più tardi di quanto avessi voluto. E’ già sul palco uno degli artisti che mi piace di più in assoluto: Andy Stott. Porta avanti il filo conduttore di “Luxury Problems” con bassi potenti e suoni psichedelici; intorno a me non capisco se la gente ha capito con chi ha a che fare e balla senza soffermarsi troppo sui tecnicismi.
É finalmente il turno di Nicolas Jaar. Il suo live è semplicemente perfetto: i presenti, compreso me, sono dei burattini nelle sue mani. Il prodigio americano impone la sua autorità attraverso dei comandi a suon di musica. Parte piano, con una breve introduzione, ma quando iniziano ad alzarsi i BPM, una coltre di nube rossa lo inizia ad avvolgere ed è come se stesse suonando dai meandri dell’Inferno. Di sicuro è stata la mia performance preferita di quest’anno.



Passo nella Sala Gialla, con ancora negli occhi il concerto del newyorkese, incuriosito dal live di Lotic: mentre lo ascolto, so dai presenti che La Priest, precedentemente, ne ha fatto una della sue: durante il live, ha campionato le voci del pubblico per fare un pezzo live di quindici minuti (!). Mi mangio letteralmente le mani. Intanto, Lotic è sul palco ed è sfrenato: tutta la sua rabbia ed i suoi sentimenti vengono sparati sotto forma di onde sonore ed il pubblico è in visibilio. Neanche io mi sarei aspettato di essere così coinvolto dalla sua musica, ma è solo un bellissima sorpresa.



É il turno nella sala principale di Jeff Mills e mi tocca correre dall’altra parte: il dj che ha ispirato tanti gruppi tra cui i Motel Connection si sente veramente a casa e riesce ad allestire un grandissimo show.
Purtroppo, le due serate si fanno sentire e mi tocca chiudere qui la mia esperienza di quest’anno. Faccio il bilancio della manifestazione tornando a casa: credo non servano altre parole per dire quanto sia stato stupendo; non servono neanche i numeri di questa edizione del Club To Club, che recitano sold-out per ogni serata. Bisogna solo viverlo per capire cosa significhi e di come Torino, per una settimana, diventi capitale della musica elettronica.


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