The Listening // Fabio Musta.

24 Gennaio, 2015

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Secondo me non avresti bisogno di presentazioni ma mia madre mi ha insegnato che per educazione le persone vanno presentante e introdotte nella giusta maniera, io comincio,tu correggimi se sbaglio o se vuoi interrompimi per aggiungere qualcosa…..

-Stefano Nappa

•••Fabio Musta

-Produttore, Sound Engeenier e Dj che vanta un esperienza musicale che va’ ben oltre il decennio con una presenza degna di nome e che ha portato l’asticella del genere hip-hop, rap e soul italiano in alto….ma in alto in alto per davvero, cioè a livello mondiale con il disco Passport (di cui parleremo) collaborando con artisti presenti e passati che dominano e che hanno dominato la scena musicale. Più di una ventina di progetti attivi ( comprese le collaborazioni ) e so’ che bollono parecchie altre cose in pentola vero ? ti prego svelaci il nome dell’ultimo progetto a cui stai lavorando……

•••”Ho molte cose in cantiere, a breve usciranno un po’ di cose, tu sei un “newyorkese in esilio” quindi capirai benissimo la citazione di Nas: -i never sleep cause sleep is the cousin of death-.”

-“Quando e come hai conosciuto per la prima volta l’hip-hop ?Qual’è stato il primo disco che hai comprato ?

10672282_10204594486732618_3864371903943565277_n•••La prima volta… In realtà ero ragazzino, avevo tredici o quattordici anni, facevo skate a Sarno e “skeitavamo” in uno spot affianco ad un baretto di un mio caro amico che faceva il Dj in germania e selezionava rap, soul, funk music e lui aveva i giradischi nel bar (ride)…lì ho sentito per la prima volta i vari artisti “Grand Master Flash ,Whodini, Kool & Gang, Public Enemy“ e mi ha passato vari dischi, tra l’altro, qualche anno fa mi ha regalato tutta la sua collezione. Il primo disco che ho comprato é stato “Grand Master Flash and The Furius Five – The Messange”, molto difficile da reperire all’epoca in quanto non molti conoscevano il rap o l’hip-hop in Italia. Comunque mi ricordo che lo comprai alla Flying Records dopo vari deliri in circumvesuviana per arrivare a Napoli con i miei amici dove non conoscevo neanche la strada del negozio. Un altro dei primi vinili che ho consumato appena comprato fu “Check Your Head dei Beastie Boys”, anche se in realtà ho iniziato a comprare i dischi abbastanza tardi perché erano difficili da reperire in Italia negli inizi anni novanta.

-Ti faccio un po’ di domande mettendo su’ un po’ di musica ti va ?”

– Fabio Musta – Questione di Mentalità/ Dcp EP /1999.

Photo 13-10-12 15 36 16•••Ahah, che devo dirti ahah… E’ passato un botto di tempo, ma tantissimo tempo (ride). Il pezzo è nato nel periodo in cui suonavamo costantemente in tutta italia e in realtà é stato il mio primo album (singolo) solista, uscito per la DCP che era il nostro collettivo. “Questione di mentalità” essenzialmente rispecchia quello che ero io in quel periodo, anche se non è che sia cambiato poi così tanto, sono diventato solo un po’ più maturo, meno estremista ……. il ritornello e una vera è propria citazione dei CCCP ( un gruppo indie rock), riadattata alla mia vita in quel momento.. – “ Non studio,non lavoro/non guardo la TV/No, non vado al cinema, io, non faccio sport, è una questione di mentalità!!! Vivo solo di Hip Hop e questa è la realtà”-. Tutto questo nacque in collaborazione con Fiume quando ero a Roma, dopo avergli fatto sentire la produzione e le strofe, mi diede l’input e ridendo e scherzando si costruì da solo il ritornello. All’epoca vendemmo anche un sacco di copie in casetta, perché il cd non era ancora diffuso ed era il supporto più commerciale, solo in seguito decidemmo di stamparlo su vinile con le strumentali ed entrammo nella classifica di GoodStuff. E’ stata una grande soddisfazione suonare i propri pezzi col giradischi dal vinile!! mi sembrava fantascienza… (ride)

-Passiamo a Sly and The Family Stone – If you want me to stay & George Benson The Changing World….. cosa ti dicono le tue orecchie ??

220px-Slyfamstone-freshcd-cover•••Ti dico una cosa che tu non sai… Sly And The Family Stone l’ho comprato in un negozio di dischi ad Avellino, ci ho preso il sample di “Vita cara” che è stata la hit del mio album solista, nel senso che uscì dopo la scissione della DCP ( Dentro al Covo Produzioni ) e in quel periodo avevo iniziato a lavorare completamente da solo, creandomi uno studietto di registrazione in casa e il progetto fu interamente prodotto, registrato e mixato da me… Persino la grafica mi feci, perché non ti ho detto che durante il periodo di skateboarding ero anche un writer, poi sn stato mc e producer, ma diciamo che dopo un po’ di

anni il Sound Engineer ha sostituito quella parte di me che faceva rap.

-Nel pezzo c’é anche una voce femminile chi é ?

•••Si tratta di mia sorella. In realtà lei ha sempre canticchiato,ama la musica anche se nella vita ora fa tutt’altro. George Benson è invece il sample che ho usato per il pezzo “Di Mattina” con i “Vibranima Click”, un progetto mio con Dj Pio ed i SangAmaro ovvero Ghemon & Domey, tra le altre cose fu campionato anche da No I.D. in uno dei miei pezzi preferiti di sempre Common Sense – Used To Love H.e.r, un grande classico! E se non ricordo male quel beat lo feci anche isieme a Dj Pio , una delle poche persone con cui sono riuscito a produrre, a trovare un feeling, perché sono abbastanza geloso del mio lavoro, devo stare da solo, mi devo concentrare. Infatti il demo SangAmaro ha le nostre produzioni ma erano separate sono 5 mie e 5 sue.

-Come vi siete conosciuti con Ghemon & Domey ??

•••Ci chiamò Gianluca in realtà, Pio venne da me dicendo che lo avevano chiamato dei ragazzi di Avellino che facevano rap e volevano sapere se li potevamo produrre,poi ci invitarono ad una serata al BHB (Black House Blues) ad AV e da lì ci iniziammo a frequentare più o meno tra il 1998/1999 .


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-Il primo campionatore che hai avuto ? La tua prima apparecchiatura per produrre musica e come ha preso forma, come si è evoluto il sound di Fabio Musta??

04•••Il primo campionatore è stato un Roland Dj 70…comprato penso nel ‘93, avevo 17 anni e all’epoca costava 4 milioni e mezzo, io ero un ragazzino e credo che sia quello il periodo perché ho delle registrazioni mie con su scritto ‘94 e sono le prime cose che ho fatto in assoluto. Il Dj 70 non aveva neanche un gran squencer all’interno, mi suonavo tutte le robe in tempo reale e registravo su cassetta in presa diretta mentre in un secondo momento ho compato un 4 piste su cassetta della Fostex dove nella prima pista registravo il beat, sulle altre tre registravo le voci. Poi se avevo bisogno di più di quattro tracce, registravo le prime tre tracce e le riversavo sull’ultima traccia e poi ri-registravo sulle tracce che già avevo fatto, ovviamente tutto con il bounce sul tastino e, se sbagliavi, mettevi in registrazione da lì punch-in, punch out…(sospiro lungo)… era una rogna ma bello sul serio, ovviamente registravi quando veramente sapevi il pezzo e sapevi fare rap. Io registravo ed era buona la prima perchè avevo giá assimilato il pezzo, in piu’ dovevo farlo per forza perchè l’edit non esisteva, non potevo quantizzare o mettere a tempo, l’insert o la facevi bene o il pezzo non era un pezzo!! Dopodichè ho avuto il Cubase Midi collegato al Roland Dj 70 … E tutto fino a “Questione di Mentalità” l’ho prodotta appunto con l’R70. Con Pio invece, iniziammo a registrare le prime cose su computer usando il Cubase xt praticamente il primo Cubase Audio e per noi fu il paradiso! Registrare in digitale le voci..ovviamente quella versione software non aveva effetti o plug-in, non aveva niente e registravamo con la SoundBlaster, quella Live con il frontalino ad ingresso microfonico “jack “. Pensa che all’epoca editavamo401389_4526371087842_388250906_n infatti i suoni con Cool Edit e non sapevamo cosa fosse una compressione … ci arrivammo per intuito… ci accorgemmo che c’erano dei picchi nelle registrazioni ed entrambi ci mettevamo ad abbassare ad uno ad uno con il “gain” ogni picchio e poi facevamo il “master” sulla cassetta e duplicavamo e duplicavamo e duplicavamo e duplicavamo. Quando ho preso l’Akai s950 ho fatto un passo indietro perchè il Dj 70 era già 44100 a 16bit, con il 950 sn sceso a 12 bit con 2 mega di campionamento ma aveva un suono caratteristico e in più potevo gestire i campioni su 8 uscite separate infatti comprai un mixerino 12 canili della yamaha. Dopo parecchio (nel 2000) ho preso l’Akai Mpc 2000xl ed è il campionatore a cui mi sono affezionato di più, cambiando proprio l’approccio al lavoro di composizione. Con l’Mpc ho lavorato fino al disco “Passport”, poi la Native Instruments mi ha fornito un Machine. Inizialmente ero un po’ scettico all’idea di lavorare completamente su di un computer, ma in seguito ho trovato un mio metodo e francamente, per l’epoca che stiamo vivendo, al suono a cui siamo abituati e alle esigenze che ho quotidianamente, il Machine mi facilita tutto in modo molto pratico .

-Torniamo sui “ records “ Miles Davis – Blu in Green … non svelo il pezzo per cui l’hai usato, questo lo farai tu . Cavolo, quanto ti ci è voluto per rimetterlo e risunarlo a tempo in quel modo? Come hai fatto ?? In pochi possono…

albumcoverKindOfBlue•••Ti ringrazio, mi lusinghi. Su Miles Davis ho osato…osato parecchio. Il “Masterpiece del Jazz” in realtà l’avevo campionato molti anni fa col 950 su cui poi Emma (Soulshine) ci fece un “freestyle vocale”, però poi non ci abbiamo fatto più niente e rimase nell’archivio per anni. In seguito Ghemon sentii quella roba, gli piacque parecchio e mentre stavamo lavorando sul disco Passport mi disse: – “Te lo ricordi quel beat tuo ??? Eh! A me piaceva un sacco!”- …. -“Ma quale?”-…-“Quello con il sample di Miles Davis”- . Quando poi ho risentito il beat, sentivo che potevo fare qualcosa di più e mi andava di farlo suonare in modo più attuale, più vicino alle cose che stavo facendo; così ho ricampionato “Blu in Green” e in una nottata l’ho scomposto e ricomposto, soprattuto selezionando bene il pianoforte ed il giro di contrabbasso.

-Cambiamo disco: Ahmad Jamal-I Love Music,The Awakening,1970. 

261_Ahmad_Jamal_-_(1970)_The_AwakeningTi ricorda qualcosa dal minuto 4:58 in poi?? questo è un disco storico tra i produttori ma come è possibile che da un singolo pezzo di un singolo genere, sono nati altri pezzi, di un altro genere che hanno fatto storia?? ad esempio: Nas – The world is Yours del 1994 oppure il recentissimo Blu & Exile – She said it’s ok, Yes I Do di Miles Bonny del 2007 ma anche quello di Jeru the Damaja – Me or the Papes artista che hai conosciuto e con cui hai lavorato insieme per il brano Open Up Their Eyes in “Passport” uscito per la Babygrande su stampa internazionale nel maggio del 2009… com’ è andata?? com’è stato ?che cosa è scattato in te in quel momento e dopo che il pezzo era concluso? 

•••L’hip-hop è molto vicino ad altre forme d’arte contemporanee, Il rap prende qualcosa di già affermato in un determinato periodo storico, lo scompone e lo ricontestualizza sotto una forma più attuale secondo la visione di un’altra persona ed è una cosa bellissima e comunque parliamo d’ispirazione, NON DI COPIA!!! È anche una sorta di tributo ad un pezzo che ti piace così tanto, ma così tanto che la senti tua riproponendola sotto una tua forma ed è giusto anche rispettarla, quindi nel momento in cui riesci a fare un lavoro rispettoso nei confronti dell’originale ben venga, altrimenti diventa anche di cattivo gusto, una mancanza di rispetto.

4438_96639857166_1064143_nQuelli che hai citato sono dischi che ho consumato e che hanno segnato il mio background musicale. Io sono cresciuto un po’ col mito di Jeru e di tutta la Gang Starr Fondation che lavorano con Premier e Guru( R.i.p.)…E quando c’é stata l’occasione di lavorare con lui ero esaltatissimo, addirittura è venuto lui a registrare nel mio vecchio studio sotto casa mia. In quel periodo era in tournèe in Europa, doveva fare una data in Calabria e venne un giorno prima in Italia. Alla fine passammo più giorni insieme, lui é un grande professionista e soprattutto una persona molto umile. Dopo un paio di chiacchiere mi chiese cosa avessi in mente per questo progetto e gli feci sentire un po’ di beat anche se lui già aveva ascoltato ed apprezzato le mie produzioni. Quando gli misi il primo beat, lui sul divano chiuse gli occhi e mi disse “next one”, misi il secondo, mi disse “another one” seguito da un “ nice,nice,nice “, poi mi richiese di rimettere il primo e dopo poco mi disse : Sono pronto… Mi dai carta e penna per favore?. Mentre ero da un’ora in giardino con Dj Sucio, lui uscì fuori per chiedermi se volevamo registrare. Solo una prima strofa di prova , dopodiché esegue una punch-line perfetta seguita da un’altra altrettanto perfetta. Quando ho sentito il pezzo con le strofe complete ho detto p**** p******* , c**** ahhaha (ride) “scusa ma io sono rap” ahahaha (ride forte).

-Ascoltiamo: Krs-One – You Must Learn dal disco Boogie Down Productions – Ghetto Music: The Blueprint of Hip Hop1989

Avevo più o meno 16 anni quando ad una serata ad Avellino passarono in esclusiva You Must Learn di Paura prodotta da te … ma che beat o base hai fatto??come ti è venuta l’idea di risuonare le parole – you must…you you, must … leearrrrrnnnn – su quelle batterie devastanti e introdurre il ritornello con quel cambio pauroso di chitarra ( ?????) da i fiati della strofa? fanno parte dello stesso sample ? com’è nato il pezzo ?

Boogie Down Productions - Ghetto Music- The Blueprint of Hip Hop•••Uno dei miei migliori beat di sempre, ne ho fatti di tanti altri belli però, per me, quello ha una spinta ….. Sia le chitarre che i fiati appartengo allo stesso campione, ma non te lo svelo (ride)… L’avrò composto forse in inverno ma non ne sono sicuro, vivo sempre in studio come se fossi in una dimensione parallela (ride). A volte vengo la mattina ed esco la sera senza mai vedere la luce del sole. Ci penso poco sulle cose, penso più alle vibrazioni del momento quando compongo ed in quel momento stavo ascoltando un po’ di dischi rap quando ho pensato che tutta questa gente nuova ha ancora qualcosa da imparare, poi Paura è stato l’Mc perfetto per completare l’opera. Quel beat quando suonava dal vivo -…mamma miaa…- Cadeva giù il posto!!!.

-E’ passato quasi un anno dall’apertura del tuo studio di registrazione , prima di tutto ti faccio i miei più sentiti auguri e poi volevo chiederti com’è nata la vocazione di “tecnico del suono e registrazione”?

•••In realtà, è nata in modo abbastanza naturale. Come ti ho già detto era la mia esigenza perché se volevo sentire la mia voce registrata dovevo registrarmela da me, Poi negli anni mi sono sempre più appassionato a questo mondo ed ho iniziato a scavare a fondo, ho studiato come fonico e la mia passione è diventata il mio lavoro primario. Il Different Lab è aperto a gruppi di qualsiasi genere musicale, amo la musica in tutte le sue forme e mi piace manipolare l’audio, ricercare determinate sonorità. Lavorare con generi diversi mi stimola molto, mi apre nuovi orizzonti e mi da modo di sperimentare e mettermi sempre in gioco ogni giorno.

-Fabio, ANH Webzine ti ringrazia per la disponibilità: è stato veramente un piacere.

•••Grazie a voi per questa bella intervista.



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