YOU TALKIN’ TO ME? WHO THE FUCK DO YOU THINK YOU’RE TALKING TO? // Sky Of Birds

7 Aprile, 2016

Personalità eterogenee e provenienti da ambienti musicali differenti che nel 2013 decidono di mettere insieme le proprie esperienze, di fondere bagagli musicali, e dar vita ad un progetto in cui le varie influenze s’incanalassero in un unico flusso di idee.Vengono da città diverse, sono cresciuti con musiche diverse (dal pop al free jazz) e sarebbe quindi difficile definirli in maniera precisa.

Così dentro al suono degli Sky of Birds c’è finito di tutto, a creare un frullato radioattivo di songwriting, di musica del deserto, di noise dall’iperspazio. Sei idee di musica che ne fanno una sola.

Nel 2014 la band ha pubblicato il suo primo EP “Rivers Flow Free, Lakes Just Agree”, concepito e arrangiato nella sala prove sulle rive del lago di Canterno.

Blank Love” è il loro esordio sulla lunga distanza, registrato e mixato nel VDSS Studio da Filippo Strang e pubblicato da VDSS Records//MiaCameretta Records.

Il disco è composto da nove canzoni, nove capitoli d’un romanzo di (non)amore.
Atmosfere oniriche, al limite del trascendente, fuse in un muro di suono che sa di essere potente ma non rinuncia mai all’intimità e alla delicatezza

L’ intervista di A NEW HOPE WEBZINE



 Credete anche voi che Roma ultimamente si stia
muovendo più che mai a livello musicale e artistico?


 Direi proprio di si… c’è una quantità di gruppi e cantautori in costante aumento che oggi più che mai stanno ottenendo grande visibilità.


Perché definite, almeno da qualche parte ho letto così,
la vostra musica “music to turn humans into aliens”?


Ci piace pensare che stiamo facendo qualcosa di difficilmente definibile… che sposti le coordinate di chi ascolta la nostra musica… e anche perché non abbiamo ancora capito cosa scrivere nel campo “genere musicale” e  quando ci chiedono che tipo di musica facciamo, fatichiamo a trovare una risposta. Credo che questa sia una buona cosa: il nostro gruppo nasce proprio da questo, dall’unione di una serie di esperienze in certi casi antitetiche tra loro, ma che hanno trovato un punto di incontro, un equilibrio. E allora forse l’immagine dell’alieno sta a significare proprio quello: unire gli opposti, essere “altri”: scavalcare il genere, senza troppi pensieri.



Condividete un rapporto di amicizia ( o anche inimicizia)
con altre bands della scena romana?
Avete mai condiviso il palco o qualche esperienza con altri gruppi?


Non ancora, ma nelle nostre vite precedenti è capitato più di qualche volta. Frequentiamo da tempo la scena romana, anche da prima degli Sky of Birds. Recentemente abbiamo diviso il palco con Hugomorales, ci siamo divertiti molto.


L’ impronta pop, anche se non è dominante, si nota nella vostra musica.
Quali sono i gruppi pop che ritenete migliori?
E quali sono le band che vi hanno più influenzato a livello artistico?


Ci piace essere pop (parola con mille sfumature di significato), ma ci piace altrettanto “deviare”, scappare di lato, confondere (e confonderci) le idee. Queste possono sembrare frasi fatte, ma il nostro modo di suonare e comporre i pezzi parte da questo presupposto. Non procediamo in linea retta, ma non perdiamo mai di vista il punto d’arrivo. Le influenze sono tantissime: nessuno inventa niente…è il bello della musica pop, ci scambiamo da decenni le stesse buone idee! L’importante è non farsi sopraffare dalle influenze: farsi ispirare ma non soccombere a queste stesse influenze. Capire bene come usarle e in quale contesto…

Vuoi i nomi? Ce ne sono molti… troppi! Guardando al passato direi Velvet Underground, Beatles, Neil Young… ma anche Hank Williams e Johnny Cash, insomma i Classici! Poi ognuno di noi ha la sua storia (siamo in sei, e siamo grandissimi consumatori di musica) si va dal Jazz ai Flaming Lips, dalla musica sperimentale al pop elettronico: anche negli ascolti, non ci piace mettere troppi paletti…altrimenti viene meno tutto il divertimento.


Sky of Birds


Qual è il pezzo del vostro album a cui siete più affezionati e perché?


Domanda difficile… forse Before you get sucked. Perché è stata la canzone con la quale ci siamo “trovati” come band.


Non so se c’è una storia dietro ogni pezzo..
ma se fosse così vorrei che mi diceste qualcosa in più su “Things some people see”.


E’ un racconto per immagini… parla di come cambia la prospettiva  sulle cose quando si attraversano momenti difficili…
Se si è costretti ad approfondire, le cose ci appaiono sotto una luce diversa.


Per quale film vedreste bene la vostra musica come colonna sonora?


C’è un film del 2012, “Tabu” di Miguel Gomes, un film portoghese in bianco e nero. Una parte significativa di questo è ambientata in Africa e girata in 16 millimetri; la grana della pellicola e il particolare formato rendono le immagini rarefatte e come bruciate dal sole, creano un’atmosfera di sogno: ecco io la musica degli Sky of Birds la vedrei bene su quelle immagini tra il reale e l’immaginario, tra il sogno e la veglia. In generale, credo che la nostra musica sia molto legata alle immagini e in particolare all’universo cinematografico.
I titoli forse sarebbero troppi da elencare, potremmo citare il Wenders più “americano” (“Paris Texas”), il primo Jarmusch, certi miraggi herzoghiani, l’altra America di Roberto Minervini (“Stop the pounding heart”).


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Progetti per il futuro?


Sta arrivando l’estate… ci penseremo dopo


Scegliete un pezzo di qualsiasi artista
che è importante per voi e noi lo pubblicheremo come Track Of The Day


La versione di Beck di “Everybody gotta learn sometimes”



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