Speciale // TOdays Festival – Day #2 @Torino – 27 agosto 2016

23 Agosto, 2016

Il TOodays Festival torna dal 26 al 28 agosto 2016, dal primo pomeriggio a notte inoltrata, e Torino passa dall’essere corpo al dare corpo a un crocevia di suoni che si propagano lungo le spine architettoniche e l’archeologia industriale riqualificata della periferia urbana che li contiene, li custodisce, li rimescola, li riverbera e lascia che si diffondano. Due saranno i palchi principali dove trovare romantiche memorie e contemporanee suggestioni in concerti di assoluta eccellenza internazionale: il grande prato verde di sPAZIO211, palcoscenico a cielo aperto ideale per raccogliere, accudire e dare ossigeno alla quintessenza della produzione musicale indipendente di prima classe su scala mondiale, e, a pochi passi, il secondo grande palco all’interno della piazza semicoperta, fulcro evocativo dell’ex Industria Nazionale Cavi Elettrici Torino INCET sorta alla fine del XIX secolo e abbandonata nel 1968, protagonista di un ampio intervento di recupero urbano che salvaguarda il valore testimoniale dell’edilizia industriale di inizio Novecento.

A New Hope Webzine è media partener della manifestazione.

La panoramica sulla seconda giornata del festival è a cura di Pasquale De Prizio, Stefano Nappa, Fabrizio Mondo, Domenico Porfido, Emiliano Santoro.


 


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 STEARICA

sPAZIO211 – h 19.00


STEARICA


Nel corso degli ultimi dieci anni, il trio strumentale STEARICA , formato da Francesco Carlucci, Luca Paiardi e Davide Compagnoni, si è affermato nella scena indipendente internazionale grazie a tour e performance dal vivo con artisti del calibro di Girls Against Boys, NoMeansNo, Dälek, Tarentel, Damo Suzuki e Coliseum. Grazie a questa esperienza hanno dato vita alla Acid Mothers Temple and Stearica Orchestra e hanno registrato insieme alla band nipponica un album durante l‘ultimo giorno di un indimenticabile tour europeo di 30 date.
Tutto ciò è merito di un suono potente e avventuroso, geometrico ma viscerale, talmente denso da non aver bisogno di parole. “Hardcore”, però muto, proprio come “L’urlo” di Edvard Munch. Così è anzitutto dal vivo, sia in concerto, sia nelle sonorizzazioni cinematografiche (“Der Golem”, lavoro commissionato dal Museo Nazionale del Cinema). Musica con vocazione cosmopolita, comunque: per due volte il magazine Wire ha inserito gli STEARICA nelle proprie compilation periodiche. Ma con l’ultimo loro lavoro “Fertile” (Monotreme Records-2015, 65daysofstatic, This Will Destroy You, M+A) il trio si spinge ancora più in là, verso territori in larga parte inesplorati, ispirato alle piazze della Primavera Araba e agli Indignados di Barcellona, include le partecipazioni straordinarie di Scott McCloud (Girls Against Boys), Colin Stetson (Tom Waits, Arcade Fire, Bon Iver, ecc…) e Ryan Patterson (Coliseum).



 

GIUDA

sPAZIO211 – h 19.30



Nati dalle ceneri del gruppo punk romano Taxi, i Giuda sono una band glam-punk’n’roll che si ispira essenzialmente a formazioni britanniche come Sweet, Damned e Sham 69. Dopo un paio di EP, nel 2011 arriva l’album di debutto “RACEY ROLLER”,  per l’etichetta White Zoo Records di Lecce e in poco tempo diventa un album di culto nel circuito underground. Pubblicato in vari Paesi dalle etichette indie statunitensi Dead Beat Records e TKO, dalla Damaged Goods in Gran Bretagna e da Fungo Records in Italia, vende in totale oltre 10.000 copie.
Phil King (musicista e compositore, bassista dei Lush e di Jesus And Mary Chain), fan dichiarato dei Giuda, scrive: “lo spettacolo dei Giuda mi ha riportato indietro ai tempi gloriosi nei quali mi trovavo ad ascoltare i gruppi punk nelle sale nascoste dei pub malfamati di Londra nel 1977″. Il 2014 arriva il secondo lavoro in studio “LET’S DO IT AGAIN”, e la band inizia un nuovo tour in tutta Italia e in Europa, suonando sui palchi dei principali festival accanto a nomi tutelari come Franz Ferdinand, Vampire Weekend, NoFX, Killing Joke, ZZ Top, Slash, Scorpions e analoghe leggende, e ricevendo innumerevoli apprezzamenti dalla stampa estera e dalle testate mainstream inglesi come NME, Classic Rock, The Guardian, Mojo.
Tre tracce dei Giuda entrano a far parte della colonna sonora del film di Fausto Brizzi che esce nel Marzo 2016 e personaggi importanti della musica internazionale come Joe Elliot, frontman dei Def Leppard, li inserisce nella classifica delle 200 canzoni da dover assolutamente ascoltare. Il 2015 è l’anno di “SPEAKS EVIL”, il terzo album , il primo che la rock band romana pubblica con la rinata Burning Heart, la label svedese che nel corso degli anni ’90 e 2000 è stata il riferimento per la produzione di gruppi garage-punk e hardcore di spessore internazionale. Il gruppo lo presenta con una fitta serie di concerti tra i migliori festival e club di America ed Inghilterra.



MOTTA

sPAZIO211 – h 20.15


motta


Anima e penna dei Criminal Jokers, band pisana con cui ha inciso due dischi, “This was supposed to be the future” (2009) e “Bestie” (2012). In questo periodo compie anche altre importanti esperienze musicali, collaborando con Nada, Zen Circus, Pan del diavolo, Giovanni Truppi. “La fine dei vent’anni” (Woodword/Audioglobe, 2016) è il suo primo disco solista e rappresenta la scoperta dell’età adulta, la fine della prima, e forse ultima, giovinezza, un album indie-rock, con testi in italiano. Motta accetta di mettersi a nudo in vista di un nuovo inizio, lasciandoci un disco che è il proprio testamento sugli anni passati, un lavoro che non rinuncia alle asperità del rock ma che riesce  a inseguire direzioni sonore diverse, creando un amalgama che mischia, con orgoglio, tutte le sonorità con cui è cresciuto. La produzione di Riccardo Sinigallia non è altro che un valore aggiunto a un artista che sta dimostrando, già da tempo, con il suo lungo tour, una maturità e un valore cristallino.



THE JESUS AND MARY CHAIN

sPAZIO211 – h 21.00 (unica data italiana)


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Trentun’anni fa i The Jesus and Mary Chain pubblicavano Psycocandy cambiando per sempre la storia della musica. I fratelli William (chitarra) e Jim (voce) Reid sono stati e sono (anche dopo il classico scioglimento del gruppo che sembra toccare a tutte le band della terra d’Albione per liti tra fratelli) l’anima del gruppo; la prima formazione dei due scozzesi comprendeva Douglas Hart al basso e Murray Dalglish alla batteria poi sostituito da Bobby Gillespie, futuro leader dei Primal Scream. I fratelli Reid con un solo album sono riusciti a gettare le basi dell’intero movimento shoegaze, tant’è che My Bloody Valentine, Slowdive, Ride e Spiritualized (solo per citarne alcuni) non faranno altro che perfezionare la lezione dei fratelli di Glasgow che forse, nel lontano 1985, nemmeno si resero conto della portata della loro musica, che rinnovò per l’ennesima volta nella storia della musica la struttura della canzone melodica.
I The Jesus and Mary Chain sono riusciti a fondere la veemenza dei Sex Pistols, le atmosfere tetre dei Joy Division, il caos dei Velvet Undeground, la psichedelia dei Doors e le melodie del glam rock. Nell’84 si fecero notare con il singolo “Upside Down” ottenendo il contratto discografico con la Blanco Y Negro, etichetta satellite della Warner, e grazie a questo, l’anno seguente, debuttarono con il primo album. Psycocandy venne rilasciato il 18 Novembre del 1985 e ne furono estratti tre singoli: You Trip Me Up, Never Understand e Just Like Honey.
Gli scozzesi hanno fatto incetta degli insegnamenti degli oltre 20 anni di musica che li ha preceduti, riuscendo a dar vita ad un sound che fino ad allora non s’era ancora sentito e conferendo un quid pluris a quanto mutuato dai mostri sacri citati. Infatti mentre la furia del punk dei Sex Pistols era proiettata tutta all’esterno quella dei The Jesus and Mary Chain segue il tragitto opposto; il caos dei Velvet Underground rispecchiava la licenziosa New York di fine anni ’60 invece quello degli scozzesi riflette i tormenti esistenziali dei fratelli Reid e di un’intera generazione; le atmosfere dark e la desolazione dei Joy Division poi sono combinate alla psichedelia che però si differenzia da quella dei Doors perchè nevrotica e sfiancante; infine le melodie pop del cantato sono quasi bisbigliate affinché possano emergere, per poi galleggiare, sulla tensione della parte strumentale.


A JESUS AND MARY CHAIN CONCERT AT NORTH LONDON POLYTECHNIC IN MARCH 1985 WHERE A RIOT BROKE OUT - BRITAIN


I 15 brani di Psycocandy sono strutturati tutti alla stessa maniera: gli accordi dei pezzi sono tre, la durata si aggira sui tre minuti e sono tutti tormentati dalle stratificazioni dei roboanti feedback di chitarra. Inoltre nessuno di questi, contrariamente ai testi degli artisti citati, contiene alcun messaggio politico, sociale o etico, ripiegandosi invece verso il microcosmo interiore con al centro un buco nero dei Reid dal quale verrà inevitabilmente attratto ogni ascoltatore. Con sei album in studio all’attivo, nel 1999 la band si scioglie a causa delle forti tensioni fra i due fratelli. La band si riunisce però nel 2007 per un memorabile e ormai leggendario live set al Coachella Festival, durante il quale Scarlett Johansson, loro grande fan, raggiunge la band sul palco per Just Like Honey. Nel 2012 la band ha intrapreso una serie di date in Nord America, durante le quali i due fratelli hanno dichiarato di essere al lavoro sul nuovo album. Lo scorso anno i fratelli Reid hanno deciso di festeggiare il trentesimo anniversario dell’uscita di Psychocandy con un tour che ha registrato ovunque il sold out.

Non perdete l’occasione di prender parte a quest’evento storico.



 

ATOM™ & ROBIN FOX in DOUBLE VISION

Museo Ettore Fico – h 23.00


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Uwe Schmidt è uno dei più avventurosi protagonisti della sperimentazione elettronica moderna. In più di trent’anni di carriera, la sua figura si è legata a numerosi pseudonimi e ad altrettanti mondi sonori, senza mai arrestare un percorso orientato in direzioni sempre diverse. Dall’espressionismo post-industriale dei lavori a nome Lassigue Bendthaus alle rivisitazioni dei classici dei Kraftwerk in chiave salsa di Señor Coconut, i primi dieci anni della sua avventura artistica lo hanno imposto come uno dei personaggi chiave della ricerca elettronica. L’incontro fra il techno-pop della scuola di Düsseldorf e la techno astratta figlia del glitch celebrato nella saga Atom™, recentemente accasatasi presso la raster-noton di Alva Noto e Byetone, rappresenta l’odierno fulcro del suo percorso, che negli anni ha mantenuto intatto l’interesse verso l’avvenieristico e uno spirito di sfida nei confronti del gusto mainstream.

Robin Fox, media artist, curatore, designer, ricercatore e musicista, è una delle figure più importanti e trasversali della scena artistica contemporanea. Nel corso della sua carriera si è confrontato con una vastissima gamma di esperienze: dall’attività di compositore e improvvisatore nell’ambito del minimalismo in campo musicale, alle sonorizzazioni, installazioni e sculture sonore realizzate per musei, gallerie e luoghi pubblici che hanno fatto di lui uno dei più stimati e apprezzati multimedia artists del suo tempo. Sua ultima frontiera appunto è la ricerca sui laser, con i quali ha realizzato gran parte delle sue ultime opere, comprese le performance del progetto Double Vision. Ha collaborato con artisti del calibro di Oren Ambarchi, Antonhy Pateras e Clayton Thomas, e inciso per etichette discografiche come Kranky, Taiga e Editions Mego. Quest’ultima pubblicherà anche il suo prossimo lavoro, “A Small Prometheus”, in uscita il 30 ottobre.

Un live fantascientifico.


 

I CANI

Ex Fabbrica Incet – Mainstage – h 23.30


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Niccolò Contessa, romano, classe 1986, a posteriori può essere indicato come il fondatore della cosiddetta “scena romana”. Dopo essere stato il leader del gruppo elettronico Tavrvs e bassista di La Routine, attira l’attenzione su di se nel giugno 2010, quando i brani “I pariolini di 18 anni” e “Wes Anderson” vengono caricati sotto lo pseudonimo “I cani” su SoundCloud (il primo caricato parallelamente anche su YouTube). I due prezzi racimolano in poco tempo un gran numero di ascolti e ben presto il fenomeno diventa virale, ancor prima di una esibizione dal vivo e di una pubblicazione ufficiale. Contessa preferisce mantenere l’anonimato e, anziché diffondere in rete foto in cui è visibile il suo volto, promuove la sua musica con polaroid di varie razze di cani. Nel dicembre 2010 il cantautore incide il brano “Il pranzo di Santo Stefano”, in esclusiva, per la compilation natalizia A polaroid for Christmas 2010 del blog Polaroid, che aveva pubblicato una sua intervista nel giugno del 2010. Dopo la promozione tramite il web la band riceve varie proposte per firmare un contratto discografico. Tra queste emerge l’etichetta indipendente 42Records di Emiliano Colasanti, alla quale i membri del gruppo si affidano perché ritenuta tra le più attente nella diffusione della musica. Il 10 maggio 2011 Contessa, allora ancora anonimo, si esibisce in acustico per presentare l’album di debutto a Piazza Vittorio (Roma) con il brano “Le coppie” per la web tv del Circolo Degli Artisti di Roma. Dal 3 giugno l’album di debutto, “Il sorprendente album d’esordio de I Cani”, viene reso disponibile in formato digitale sul sito di 42Records e su iTunes, nella cui classifica raggiunge il sedicesimo posto degli album più venduti già il giorno seguente. L’album raggiunge la terza posizione nella categoria “Opera prima (per un cantautore)” delle prestigiose Targhe Tenco. L’8 giugno viene presentato in esclusiva sul sito di Wired il primo videoclip della band, “Hipsteria”, un collage di fotografie realizzato dal collettivo Art Cock scattate ed elaborate esclusivamente con l’applicazione per iPhone Hipstamatic. Oltre ad essere un voluto omaggio al cortometraggio del 1962, “La jetée” di Chris Marker, a cui si ispirò Terry Gilliam per “L’esercito delle 12 scimmie”, viene presentato come una riflessione sul significato dell’immagine ai tempi dei social network e come una storia che corre parallela a quella raccontata nella canzone.


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La bassa qualità di immagine e l’atipicità rispetto ai videoclip contemporanei sono stati voluti dal cantautore. Il brano è stato scritto per esprimere le difficoltà degli adolescenti odierni, dediti nel dover gestire un’immagine di sé stessi attraverso vetrine virtuali come i social network. In occasione della presentazione Contessa si esibisce senza mostrare il volto, performando in acustico un medley dei brani che compongono l’album di debutto e una cover di “Strangers” dei Kinks, per la rivista Il Mucchio Selvaggio. Il 10 giugno 2011 l’album d’esordio “Il sorprendente album dei Cani”, distribuito da Audioglobe, viene reso disponibile per l’acquisto nei negozi di dischi. Il cantautore rimane nell’anonimato fino al 12 giugno 2011, quando durante l’esibizione con i membri degli Ancien Régime al MI AMI Festival 2011 toglie il sacchetto di carta dalla testa, finita l’esecuzione di “Theme From the Cameretta”. Nonostante ciò, sceglierà di celare il viso anche successivamente, in occasione di video-interviste e live. Il 5 ottobre viene pubblicato sul canale ufficiale YouTube del gruppo il secondo videoclip estratto dall’album d’esordio: “Velleità”. Il videoclip, prodotto da Zinzer Production e dal progetto Sporco Impossibile, è diretto da Daniele Babbo e viene presentato come un road movie inquietante e una citazione del videoclip di “Wrong” dei Depeche Mode e del film Drive.
L’8 ottobre dal Circolo Degli Artisti di Roma parte “Il sorprendente tour d’esordio de I Cani” che percorrerà in lungo ed in largo lo stivale. Il 12 febbraio viene pubblicato sul canale ufficiale Youtube della band il videoclip di “Perdona e dimentica” diretto da Lorenzo Muto e prodotto da Davide Caucci utilizzando le riprese effettuate durante il tour dell’anno precedente. È un omaggio ai Pop-Up Video tipicamente anni novanta, la cui grafica è stata curata da Simona De Luca. Nell’aprile del 2012 eseguono una reinterpretazione di “Con un deca” degli 883, inclusa nella compilation digitale del sito Rockit.it e Max Pezzali non ha esitato ad esprimere il suo apprezzamento per la versione del brano. Il 21 aprile 2012, in occasione del Record Store Day, i Cani e i Gazebo Penguins pubblicano uno split EP intitolato “I Cani non sono i Pinguini non sono I Cani” reso disponibile in un’edizione limitata fluorescente in formato vinile 10″ da To Lose La Track e 42Records con la distribuzione e collaborazione di Audioglobe. La realizzazione grafica è stata affidata al collettivo di illustratori “Legno”, che avevano precedentemente collaborato con i due gruppi rispettivamente per il merchandising e l’album Legna del 2011.


i cani


Il 10 ottobre 2013, durante il concerto degli Editors all’Alcatraz di Milano, viene distribuito un volantino con un link segreto che reindirizza al brano “Non c’è niente di twee”, che anticipa l’uscita del nuovo LP del band di Contessa. Il 22 ottobre 2013 viene pubblicato, in formato digitale e streaming, “Glamour”, il secondo album della band e Contessa stesso ha dichiarato che la decisione di fare questo nuovo disco è arrivata dopo aver ascoltato l’album “Fantasma” dei Baustelle. Nel disco, composto da undici tracce, c’è una canzone dedicata all’artista Piero Manzoni, chiamata appunto “Storia di un artista”, e un’altra dedicata all’album “Sfortuna” del gruppo italiano Fine Before You Came, chiamata “FBYC (sfortuna)”. Inoltre, il brano “Corso Trieste” vede la partecipazione della band emo-core emiliana Gazebo Penguins, ed i brani “Roma Sud” e “Theme from Koh Samui” sono realizzati insieme al musicista noise Cris X. Il disco contiene anche una ghost track intitolata “2033”, in collaborazione con Matteo Bordone; la traccia era presente solo sulla copia fisica, salvo essere poi caricata sul profilo SoundCloud della band. Glamour è stato prodotto da Niccolò Contessa assieme a Enrico Fontanelli degli Offlaga Disco Pax, missato da Giacomo Fiorenza, anche questo disco viene pubblicato dalla label romana 42Records, ma distribuito da Universal. A poche ore dalla pubblicazione del pre-order  “Glamour” è salito ai primi posti della classifica iTunes, dove è rimasto per circa venti giorni, riscontrando un buon esordio anche nella classifica FIMI. Il 5 maggio 2014 viene pubblicato sul canale YouTube della band il video di “Corso Trieste”, unico videoclip estratto dall’album, diretto dal giornalista Tim Small. L’ultimo album della band romana viene annunciato il 5 ottobre 2015 quando il conduttore televisivo Alessandro Cattelan, tramite un post sul suo profilo Twitter, svela l’uscita di un nuovo disco , anticipando il titolo del primo singolo, “Baby Soldato” . La notizia viene confermata dalla band tramite Facebook il giorno stesso. L’8 ottobre 2015 il singolo viene pubblicato sul social network e trasmesso in anteprima da Radio 2. Pochi giorni dopo la band annuncia due date speciali per promuovere il nuovo album, il 21 febbraio 2016 all’Alcatraz di Milano, e due giorni dopo all’Atlantico di Roma, entrambe sold-out. Contestualmente, pochi giorni dopo, viene pubblicata la notizia della realizzazione da parte di Niccolò Contessa della colonna sonora originale per il film “La felicità è un sistema complesso” di Gianni Zanasi, nonché della collaborazione di Contessa nella produzione di “Mainstream”, secondo album di Calcutta. Il frontman romano prende inoltre parte al libro “Il problema purtroppo del precariato” di Alessandro Gori, scrivendone la prefazione. Il 29 novembre 2015 viene pubblicato il videoclip di un nuovo singolo, ovvero “Il Posto Più Freddo”. A gennaio 2016 viene annunciato il titolo del terzo album della band, “Aurora”, distribuito a partire dal 29 gennaio. “Aurora” è stato prodotto da Niccolò Contessa, ancora in collaborazione col produttore e turnista live Andrea Suriani, e registrato come il suo precedente presso gli studi Apha Dept. di Bologna, sempre per 42Records. L’artwork della copia fisica contiene immagini catturate nello spazio: le riflessioni sull’esistenza e sul cosmo costituiscono infatti il nucleo tematico principale dell’album, che comprende anche riferimenti alla matematica, all’economia e al buddhismo. I componenti della band dal vivo sono indicati all’interno della copia fisica come Niccolò Contessa, Valerio Bulla (ideatore dell’artwork), Simone Ciarocchi, Andrea Suriani e Francesco Bellani. “Questo nostro grande amore”, traccia di apertura dell’album, è presente nella colonna sonora del film “The Pills – Sempre meglio che lavorare”. L’album è stato accolto molto positivamente sia da parte del pubblico che della critica specializzata e per la prima volta Contessa ha ottenuto un consistente aumento di visibilità, soprattutto grazie a interviste e articoli su riviste e quotidiani quali Rolling Stone, La Repubblica, Il manifesto, Il Sole 24 ORE e molti altri che hanno colto, forse con un po’ di ritardo, la portata del fenomeno I Cani.



SOULWAX

Ex Fabbrica Incet – Mainstage – h 01.00


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Al lavoro con nuova musica originale in uscita nei prossimi mesi e freschi della realizzazione della colonna sonora originale di Belgica, il nuovo film di Felix Van Groeningen, regista fiammingo già nominato agli Oscar nel 2014 con Alabama Monroe, interamente composta, registrata e prodotta dai fratelli Dewaele, la formazione belga dei Soulwax si presenta a TODAYS in un vero live speciale con batteria, chitarra, basso, synth, voce.
Presenti in Belgica dalla composizione agli arrangiamenti ed alla registrazione fino alla creazione dei personaggi musicali del film, i Soulwax hanno creato una colonna sonora unica che li vede evolversi come uno dei principali protagonisti della scena musicale mondiale: una collezione di canzoni variegata eseguita da un insieme di artisti altrettanto variegati.
Il film è appena stato presentato al prestigioso Sundance Film Festival di quest’anno.


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Il mondo sonoro dei Soulwax è la quintessenza di suoni disco, rock, pop, electro, punk, techno fusi in un tutt’uno, che mutano e si muovono all’esterno di ogni etichetta, tanto che è difficile catalogare la loro musica in una precisa categoria, perché i Soulwax sono rock, ma sanno essere anche molto dance, ed allo stesso tempo il loro giocare con i suoni dell’elettronica li propone come confine futurista del rock alternativo o meglio indie, alimentando la loro parabola attraversando quasi un ventennio di musica e diventando un caso unico nel mondo musicale. I due, infatti, diventano inizialmente noti come dj e producer sotto vari moniker: da 2manydjs al progetto Radio Soulwax, scrivono, missano, producono, remixano, cambiando casacca senza mai cambiare squadra e riuscendo sempre a ridefinire se stessi. Originalità assolutamente al potere per la band belga che con gli anni si è costruita una reputazione tra le più importanti nel nostro continente, riuscendo nell’impresa non semplice di conquistare il mercato inglese da sempre molto più esigente riguardo band che non provengono dalla stessa Inghilterra o dagli Stati Uniti.
Assistere ad un concerto dei Soulwax è come assistere al rock che verrà, un nuovo modo di concepire la materia rock e che dal vivo sa essere ancora più divertente e coinvolgente che da disco. Tutto credibile, tutto caoticamente coerente, tutto perfettamente funzionante. E tutto estremamente divertente.



IVAN SMAGGHE

Ex Fabbrica Incet – Varvara Stage – h 02.00


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Ivan Smagghe rientra sicuramente nella categoria top dj. I suoi progetti Black Strobe e It’s Fine Line si accostano a personaggi come James Murphy, Trevor Jackson, Ata, Optimo, Weatherall e insieme portano avanti una strenua lotta per provare che la musica elettronica può essere molto più della colonna sonora di una notte. Il successo del suo blog ‘a few things from Ivan Smagghe’ ha portato alla pubblicazione di una serie di compilation per il fashion store francese Colette, andate in sold out in un paio di settimane.
Il suo progetto con Tim Paris, It’s A Fine Line, si consolida in una serie numerosissima di remix (da Superpitcher agli XX) e di produzioni che non si possono classificare in un solo genere (dall’electro rockabilly su Kompakt alla italo rickety disco per la Marketing Music). A fianco alla carriera di artista, c’è quella di A&R per la sua celebre label Kill The DJ e per la giovane Les Disques de la Mort.
Come artista solista vanta una serie di collaborazioni d’eccellenza, Ewan Pearson e Tiga sono solo i primi di una lunga lista.



THE HACKER

Ex Fabbrica Incet – Varvara Stage – h 03.00


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Fin dal suo inizio nel 1990, Michel Amato, a.k.a. The Hacker (International Dj Gigolo Records), è sì uno degli artisti della scena electro francese più consolidati, ma altresì una figura molto discreta. La sua passione pioniera per la avant-garde techno, ha traghettato le sue influenze verso un suono unico che può essere descritto al meglio come un omaggio alla potenza dei sintetizzatori.
Dalla sua iniziale fredda e calcolata techno, The Hacker si trasforma e lo si vede in duo con Miss Kittin a trasportare un pesante carico di electroclash arricchito da uno spirito new wave.
Seguono una serie numerosa di produzioni per etichette come Sativae, White Noise, Tsuba, Infiné, Correspondant e Tigersushi, la fondazione della sua label, ZONE, nel 2011 e la pubblicazione del suo ultimo album “Love/Kraft” nel 2014.
Nel 2015 pubblica un EP composto da demo perdute e cut con Miss Kittin per l’etichetta americana Dark Entries. Nel 2016 escono: una sua produzione su Cititrax, altre due chicche per la Dark Entries e una serie di remix di Luke Eargoggle e DJ Overdose.



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